(parte 4)
Facendo attenzione riuscì ad arrivare alla base delle rocce, appena toccato l’erba si inginocchiò e si guardò intorno furtivo, sentiva ancora l’odore di un animale ma non riusciva a capire il tipo. Prese in mano l’arco e preparò silenziosamente una freccia da scoccare, mentre avanzava verso la fonte dell’odore. Si avvicinò al laghetto facendo particolarmente attenzione nello scorgere animali ma non vide nulla; girò intorno al lago ma nessuna traccia di animali, fu allora che si rimise a fiutare meglio percependo un odore più forte. Sentiva chiaramente un forte odore di cinghiali, numerosi cinghiali, forse in branco. Provenivano un po’ più a valle di dove era arrivato, si mise a riflettere se valeva la pena continuare a scendere ma se lì non c’era niente non aveva senso rimanere. Tenendo sempre l’arco e una freccia in mano, si mise a correre silenziosamente a come un ninja. Riuscite ad immaginare un orco grande, grosso e verde che corre come un ninja? E beh! Il nostro orco era speciale, l’avevamo già detto no? Dotato di una agilità fuori dal comune per gli orchi, forse superiore persino ad alcuni umani. Ovviamente non lo paragoniamo ad un elfo, lì la differenza è ancora grande. Comunque non era silenzioso come un cacciatore elfo, ma i suoi sensi lo aiutavano parecchio, era capace di nascondersi appena si avvicinava troppo alla preda non facendosi notare, mimetizzandosi fra l’erba alta della montagna. Correndo, il nostro orco, era giunto vicino ad una piccola foresta dove si annidavano, secondo il suo olfatto, dei cinghiali, giunto al limitare rallentò la corsa e si chinò leggermente aguzzando la vista. Addentrandosi nel bosco, notò che era relativamente giovane, forse il freddo pungente a cui la montagna era solita rintanarsi stava leggermente cambiando, tutto il clima del pianeta era in lenta ma continua evoluzione. Impercettibilmente per gli essere umani, ma per gli elfi e orchi la storia era diversa essendo loro molto longevi se non immortali. Alcuni studiosi umani affermavano che gli orchi erano, molte ere in passato quasi agli albori del pianeta, una razza particolare di elfi, differenti anche dagli elfi della notte. Ovviamente sono solo ipotesi, non ci sono prove o spiegazioni in merito a questa strana mutazione che ha portato una nobile e pacifica razza come gli elfi nel divenire rozzi e guerrafondai orchi. La foresta presentava numerosi alberi piniformi ricoperti da uno strato delicato di umido muschio, ai piedi uno strato di erba anch’essa umida, alta fin sopra le ginocchia del nostro amico verde. Sparsi qua e là funghi di vari colori e forme. Insetti non ve ne erano, il freddo era ancora troppo per loro. Un passo silente dopo l’altro, acquattato a terra, l’orco si avvicinava silenziosamente ad un gruppo di cinghiali che muovendosi in gruppo stavano mangiando quel poco che quella foresta poteva offrire. “Dannazione, cinghiali. Mé servono cervi!” pensò all’improvviso, e cercò di sgattaiolare dietro di loro per proseguire la caccia al cervo.