UOMO NERO INSIDE...

Bascelli Simone, alias l'uomo nero, vi invita a addentrarvi nella sua mente dove tutto è più nero che nero, e nei mondi Fantasy.

Orc.

Mascella pronunciata in avanti, canini aguzzi, carnagione verde scuro, orecchie leggermente a punta, scalpo scapigliato con i pochi capelli raccolti in un codino, corpo robusto e muscoloso coperto da pelli di un lupo nero striate di grigio, piedi nudi che calpestano neve, mani forti che stringono un bastone da passeggio affondandolo nella neve ad ogni passo. Il freddo pungente della montagna Skyscreach non intacca minimamente il fisico possente degli orchi:orchi in marcia.

“Gwash!” Esclamò il capo tribù incitandoli. L'orco alzando lo sguardo verso la vetta nascosta dalle nubi, si fermò pensieroso:”Troveremo mai la pace?” Poi stupendosi di questo suo pensiero, lo allontanò dalla sua mente rimproverandosi, scuotendo la testa e riprendendo la marcia:”Vergognati! Un orco berseker che vuole la pace...” fece una breve pausa:”...il mio patriarca mi farebbe uccidere, solo per aver osato pensare...” voltò la testa preoccupato e con lo sguardo si mise a cercare nella colonna alle sue spalle. Vide giovani orchi che accompagnavano femmine di orchi alla guida di carri ma non vide ciò che cercava:”...la pace....” poi stringendo più forte il bastone e animando di nuovo vigore la marcia:”La pace non è per noi orchi!”

La marcia continuò per ore e ore, per giorni e giorni, senza sosta, sempre salendo su per la montagna cercando il valico per attraversare la catena montuosa. L'imponente catena dei monti Gnastarok, nome dato dagli orchi del nord che significa “roccia dura”,è formata da picchi altissimi e la più alta, Skyscreach, arriva a toccare 16000 metri. Gnastarok si distingue dalle altre montagne per la forma delle sue vette, così regolari che sembrano tagliate di netto, quasi squadrate; e poi la roccia era così insolitamente dura che persino i nani scavatori più esperti trovavano difficoltà nel frantumarla e furono costretti ad abbandonare tutte le caverne scavate per trasferirsi in un luogo più confortevole. Il paesaggio a 10000 metri, per chi se lo poteva godere, era fantastico: se la temperatura polare e la carenza di ossigeno non ti disturbava troppo, potevi goderti la vista della vallata, con i suoi fiumi, laghi e foreste, a separarti da lei solo una massiccia distesa infinita di roccia e neve. Da quell'altezza si poteva notare il tempo meteorologico per tutto il resto della valle fino agli estremi confini sud, dove iniziava il deserto. Certo che gli occhi degli orchi non erano così sensibili come gli occhi degli elfi, ma comunque erano occhi quasi sopranaturali, capaci di adattarsi al buio come qualsiasi animale cacciatore, ed assieme all'olfatto particolarmente sviluppato, gli orchi erano per natura abilissimi cacciatori, unendo ai sensi sviluppati la loro forza bruta e il fisico così resistente, nessun animale poteva a loro sfuggire.

Pensando al suo destino incerto l'orco continuava la sua marcia ed ogni volta che la sua colonna si fermava, volgeva il suo sguardo preoccupato alla colonna alle sue spalle, sempre non trovando l'origine di quella sua preoccupazione. Ogni volta tormentosi pensieri di pace lo sorprendevano e ogni volta li scacciava, animando con nuovo vigore quella marcia infinita. Quella marcia verso il destino.