UOMO NERO INSIDE...

Bascelli Simone, alias l'uomo nero, vi invita a addentrarvi nella sua mente dove tutto è più nero che nero, e nei mondi Fantasy.

Superato il branco di cinghiali, avanzando ormai con pura ostinazione, si addentrò maggiormente nella foresta. Mentre il tempo scorreva lento e inesorabilmente, il sole, che prima era alto in cielo, adesso era basso tra le vette della montagna. Nella foresta, dove rumori di sottobosco cercavano di distrarre la sua attenzione, l’atmosfera si fece più cupa, i raggi solari difficilmente riuscivano a passare tra i rami, ormai divenuti molto fitti. Dopo diverso tempo che correva riuscì finalmente a fiutare l’odore inconfondibile di cervo. Per non perdere altro tempo mentre correva silenzioso come un ninja, incoccò subito la freccia che per tutto questo tempo era rimasta in mano, l’odore era sempre più vicino. Scrutò in lontananza una piccola radura assolata dove alcuni cervi brucavano spensierati l’erba, rallentò la corsa e si mise controvento, tirò con tutta la sua forza orchesca quel pezzo di metallo che gli orchi definisco arco, il metallo si piegò quasi sofferente, stridendo un poco, lasciò vibrare l’arco dopo aver preso velocemente la mira, l’arco rumorosamente scoccò la freccia in una velocità assurda per quanto era teso, senza perdere altro tempo prese un’altra freccia e la incoccò velocemente, tese di nuovo l’arco, e scoccò una seconda freccia. La prima freccia trafisse un cervo all’altezza del torace, l’urto tremendo di una freccia orchesca lo fece volare per una decina di metri, talmente era distruttiva la sua potenza, il cervo morì sul colpo senza accorgersi di nulla. Mentre il primo cervo trafisso volava, il secondo veniva raggiunto anch’esso dalla freccia, questa volta però colpì il collo del povero animale che volando anche lui per il tremendo colpo, fermò il suo volo su di un albero e la freccia penetrò anche l’albero inchiodando quel povero animale che, per fortuna, soffrì per poco tempo prima di morire. Un terzo cervo, accortosi di tutto l’accaduto forse un po’ in ritardo, alzò vispamente la testa per capire cos’erano quei rumori, vedendo i suoi compagni trafitti dalle frecce, cercò di scappare ma l’orco prontamente incoccò un’altra freccia e subito vibrò il colpo che trafisse il povero cervo facendo volare anch’esso per una decina di metri. Prese delle foglie di ortica selvatica, molto spinosa da queste parti, e molto velenosa, per un essere umano, ad un orco il veleno causava solo un leggero mal di pancia. Sistemò le foglie di ortica sulle ferite dei cervi dopo aver estratto le frecce, le sistemò in modo tale da non permettere una fuoriuscita eccessiva di sangue, non aveva tempo per stare lì a far dissanguare i tre animali, e correre lasciandosi una scia di sangue non era proponibile sulla montagna Skyscreach. Appena terminò, si mise i tre animali in spalla e prese a correre a tutta velocità verso il campo degli orchi.


Nel prossimo appuntamento ci sarà un po più di azione, si presenterà il primo vero pericolo per il nostro amico orco....non mancate..... Simone